Le relazioni, la consapevolezza, la promessa e l’arcobaleno: una bella storia d’impresa

C’è l’urgenza di incontrarsi, di stringersi la mano, di confrontarsi. Uniamo le menti per generare una nuova consapevolezza di territorio.

Le relazioni, la consapevolezza, la promessa e l’arcobaleno: una bella storia d’impresa

Eccomi. Questo articolo è scritto a braccio il giorno successivo all’evento. E poi raffinato un pochino.
Anzi, è scritto a sensazione.
Ho preferito seguire le emozioni provate durante la Masterclass di Neuromarketing piuttosto che proporti un riassunto cronologico di quanto è successo.

Il famoso “giorno dopo” si è sciolta tutta la tensione accumulata nella fase di organizzazione: capita anche a te quando sei coinvolto in un progetto importante?
Però non ho provato stanchezza: le emozioni da gestire sono state diverse e intense, ma mi hanno lasciato una piacevole sensazione di benessere fisico, mentale e professionale.

Sensazioni personali e lavorative si incastrano tra i fatti accaduti durante la giornata di formazione e anche quella precedente, poi ti spiego perché. Andiamo con ordine.

La bellezza delle relazioni

Il primo elemento che ho percepito a pelle sia da parte di Simona che dai partecipanti – imprenditori, agenzie di marketing, professionisti -, riguarda la bellezza delle relazioni: prima ancora di evidenziare la necessità di fare formazione, c’è l’urgenza di incontrarsi, di stringersi la mano, di confrontarsi.
C’è il bisogno di condividere preoccupazioni e passioni.

Mercoledì, quando sono uscito un attimo dall’aula per assaporare in solitudine un momento di felicità, ho visto l’arcobaleno: quel simbolo mi ha fatto capire che, a prescindere dalle difficoltà di una terra complessa come la nostra, dagli ostacoli di ogni individuo e dai problemi che l’essere umano deve affrontare nella vita, alla fine è possibile scorgere sempre una sfumatura di colore.
Non solo colore, ma anche luce: quella luce che rende brillante, vivido e concreto l’arcobaleno.
Durante la Masterclass ho percepito l’arcobaleno: si sono miscelati tanti colori diversi in lunghe e profonde riflessioni. Si sono sciolti in sorrisi, in abbracci, in incontri.
E, soprattutto, sono diventati consapevolezze..

È nata una consapevolezza

Il 19 Aprile è nata una nuova consapevolezza: la possibilità di generare in questa meravigliosa città connessioni umane profonde che diventano, con naturalezza, legami professionali.
Ho avuto il piacere (e la fortuna) di conoscere nuove realtà imprenditoriali, di ospitare tanti miei clienti, di incontrare persone con cui ho dato vita a collaborazioni importanti negli anni passati, di avere un contatto diretto con grandi aziende che lavorano e distribuiscono prodotti e servizi in tutta Europa.

Grazie a questi incontri ho compreso che abbiamo svolto un buon lavoro sia prima che durante la Masterclass (ora c’è il dopo). Un lavoro che ha portato anche autorevolezza: per me e Stefano l’organizzazione di questo evento è stata l’occasione per riposizionarci.

Ovvio, per realizzare il progetto abbiamo fatto un investimento importante non solo di tempo, impegno e competenze, ma anche economico: crediamo nella possibilità di continuare lungo questo percorso e faremo di tutto per renderlo concreto.

E poi c’è la promessa

L’ho detto ieri a Simona: c’è la promessa. Con la Masterclass abbiamo lanciato una nuova sfida composta da visioni, opportunità e impegni dai quali generare un nuovo modello.
Ho definito il libro di Simona Neuromarketing Etico un libro di speranza: le testate nazionali lo hanno definito illuminante, ma per me è racchiude proprio una Speranza: quella di ridefinire i modelli per modificare il capitalismo umano e finanziario.
La finalità? Imparare a focalizzarsi sui bisogni reali dei clienti – degli esseri umani -, e non solo sulla vendita di un prodotto o un servizio: spostiamo il focus dall’IO al TU e comprendiamo le necessità di chi abbiamo di fronte.
Necessità che sono – in una prospettiva più ampia -, anche quelle delle Comunità.

Durante l’evento si è configurata una Comunità di imprese e di persone che hanno scelto di lasciare il lavoro per un giorno e dedicare il loro tempo a se stesse: acquistare un biglietto è stato come farsi un regalo (dinamica che riscontriamo per ogni evento di valore, sia chiaro).
Il mattino successivo i partecipanti hanno riaperto quel dono e ne hanno apprezzato il contenuto: è qualcosa di intangibile. Non capita nel quotidiano di incontrare così tanti sorrisi, sguardi e occhi che vedono e hanno visto la stessa speranza che trapela dalle pagine del libro di Simona.

Quindi, qual è la promessa da mantenere?
Continuare questo percorso di rafforzamento delle connessioni e togliere dal centro la necessità di dare al brand una visibilità opportunistica. Uniamo piuttosto le menti per generare una nuova consapevolezza di territorio. Contezza che – come insegna la storia -, il Mezzogiorno ha sempre espresso ed esportato in tutto il mondo.
La Comunità di uomini e donne del Sud ieri ha detto “Noi ci siamo”, e noi siamo al loro fianco: saremo capaci di produrre cose meravigliose.

Cosa è successo il giorno prima e perché i giorni pazzeschi sono due

Torniamo al giorno precedente: martedì 18 aprile Simona ha presentato il suo libro anche a Bisceglie e le hanno rubato la macchina. Siamo quindi rimasti svegli fino a notte fonda per risolvere il problema, ma puoi immaginare la confusione e l’agitazione.
Non è tutto: sempre il giorno precedente sono andato alla presentazione del nuovo libro di Tiziana Grassi Taranto – Storie di chi investe nella felicità del territorio. Tra le pagine c’è Dedalo, un progetto che sto portando avanti insieme a un gruppo di professionisti con l’ambizione di creare un contenitore di innovazione.
Ma questa è un’altra storia, te la racconterò in un altro blog post.

Alla prossima!